UNO CHE CONOSCEVO

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News Lo spettacolo

La redazione di un TG. Tre giornalisti. Una stagista. 35 giorni di lavoro. 11 quadri per raccontare la quotidiana preparazione del telegiornale. Quali sono le notizie prioritarie?

Ogni giorno la redazione si anima. Gli ascolti sono in calo e la preoccupazione di perdere il lavoro aleggia in ufficio. L’atmosfera si infiamma per un nonnulla, ma gli equilibri tra le scrivanie sono consolidati. Lui, Riccardo Chiesa, è il caporedattore, famoso per il fiuto e un passato da giornalista d’assalto. Valentina Pedretti è il suo braccio destro: pratica, risoluta, capace di acquietare gli umori dell’ufficio. E poi c’è lei, Chiara Guidetti, il volto più noto del giornalismo italiano. La loro quotidianità viene stravolta dall'arrivo della nuova stagista, Veronica Scarlatti, una giovane neolaureata che ancora crede nel senso profondo del giornalismo: informare le persone dei fatti, dire la verità. Ma non siamo più a scuola. Il sistema a cui appartengono è molto più complesso, le leggi che governano il mondo dell’informazione sono altre, ogni notizia provoca una reazione a catena e sono i media che sensibilizzano, dettano le priorità, creano l’agenda setting.

E così, tra vessazioni ed educazione al mestiere, la giovane stagista impara le regole del gioco, un subdolo e necessario destreggiarsi tra dinamiche d’ufficio, segreti pericolosi e opportunismi. E in meno di un mese, tra una notizia e l’altra, impara bene il suo lavoro, meglio di quanto i suoi tutor potessero pensare.

Rassegna stampa

“Come sta il giornalismo italiano? Non bene dopo aver visto «Uno che conoscevo», nuova pièce di Corrado Accordino al Libero, una «discesa agli inferi» teatrale nelle magagne dell’informazione: insensibilità umana, cooptazione, precariato, manipolazione e conseguente ko esistenziale dei giornalisti, impegnati in una guerra tra poveri come i capponi de «I Promessi Sposi». […] «Uno che conoscevo» è organizzato in una serie di quadri che filano via lisci grazie all’energia delle giovani interpreti (Valentina Mandruzzato, Chiara Tomei e Veronica Franzosi), ben guidate da Riccardo Buffonini che furoreggia in mezzo ai desk del palco-redazione, tra battute al vetriolo e crisi di nervi. Assistendo alla «danza macabra» col tiggì di Veronica nasce un interrogativo inquietante: c’è ancora qualcosa da salvare o, nell’epoca del giornalismo-trash, è tutto da liquidare?”.

Michele Weiss, La Stampa

“Un bel cast giovane, piacevole, combattivo, rock come le intense e vivaci scelte musicali a tagliare le scene: tre giornalisti e una stagista. Il gioco si fa duro alla ricerca della notizia, del taglio da dare, del rilievo, dell’importanza, della sottolineatura; ma anche della manipolazione della realtà, mai menzogna ma interpretazione a favore di tesi precostituite. […] Il concetto di «verità» viene più volte ribaltato, modificato, disatteso, plasmato a seconda delle necessità, prendendo le sembianze metaforiche della stagista in una parte finale evocativa e onirica, dove, prima la perdita dell’innocenza e infine la morte dell’autenticità e dell’entusiasmo, ci mostrano come la verità stessa, per riuscire a passare al grande pubblico, per riuscire a penetrare nella coscienza collettiva, non può essere pura, pulita e limpida ma si deve sporcare con la bugia, in un impasto distorto a metà strada tra tattica e astuzia”.

Tommaso Chimenti, Ilfattoquotidiano.it

Note di regia

Il mondo intorno, le notizie da raccontare, le priorità di una realtà da decifrare. Il difficile compito di raccontare la vita, nella rete complessa delle sue manifestazioni. Dalla guerra in Siria al traffico romano, dall'emergenza bomba al costo dell’acqua, dalle preoccupazioni del Papa alla Champions League. Quali sono le riflessioni, intuizioni o follie, di chi ha la possibilità di svelarci il mondo, le sue strategie per dire il vero o per mistificarlo? Cosa si nasconde dietro la mente di chi, giorno per giorno, attraverso la scatola magica sa usare le parole che disegnano la nostra immaginazione, alimentano la nostra paura, gestiscono la nostra ansia, provocano sorrisi, inventano sogni? Quali pensieri sottili, quali leggi dell’attenzione sta adottando? Si può spostare l’attenzione degli ascoltatori, con la stessa leggerezza o maestria, da un caso di cronaca nera all'ansia del cenone di Capodanno. Si può infarcire il niente di senso e sottrarre ai fatti la loro autenticità. Si può dire tutto e il contrario di tutto. Si può essere veri nella menzogna e bugiardi davanti all'evidenza. Le parole possono colorare il mondo di senso, ma possono anche diventare armi giocattolo sulle labbra di chi le sa usare. Non si tratta di un Grande Fratello che ci osserva e ci guida, in questa storia si vuole piuttosto mostrare come tutto possa essere maneggiato ad uso e consumo immediato, perché la legge imperante non è più quella di una mente superiore e malata che ci vuole orientare e guidare, i mostri sono diventati gli indici di ascolto, le pubblicità a cui non puoi rinunciare, gli sponsor che devi conservare, i sondaggi da manipolare, il lavoro che non puoi perdere. In questa storia non c’è una teoria da dimostrare ma c’è un rischio che tutti noi corriamo, la disumanizzazione dell’informazione, la sua insensibilità, la sua ricerca dell’effetto, la sua parodia della realtà.

Corrado Accordino

Locandina

UNO CHE CONOSCEVO


drammaturgia e regia
Corrado Accordino

con
Corrado Accordino / Riccardo Buffonini
Veronica Franzosi
Valentina Mandruzzato
Chiara Tomei

Nella stagione 2017/2018 Riccardo Buffonini è sostituito da Corrado Accordino

assistente alla regia
Valentina Paiano
scene e costumi
Maria Chiara Vitali

produzione
Compagnia Teatro Binario 7

Spettacolo sostenuto nell'ambito del progetto Next 2016
Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo

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