Lo spettacolo
“L’ondata si infrange. Vorrei essere morta! Ho soltanto pochi anni da vivere, spero. Non posso più affrontarlo, questo orrore”.
Diario di Virginia Woolf, 15/09/1926
Frammenti di me. Virginia Woolf è un tentativo sperimentale di raccontare Virginia Woolf attraverso il suo mondo: le parole. Lei esiste in quanto parole, in quanto scrittura. E la scrittura le ha permesso di esistere, di vivere e di arginare la sua follia e i suoi fantasmi. Perché folle o matta o malata, che dir si voglia, lo era.
La difficoltà di racchiudere la sua essenza paratatticamente, in modo lineare, in un testo con i suoi personaggi, i loro sviluppi ad arco, i loro conflitti, non è possibile, mentre lo è avvicinarsi il più possibile seguendo il suoi salti spazio temporali, le sue intuizioni, le sue visioni. Questo sì, si può fare. La sua vita è racchiusa nei suoi scritti, nella “Signora Dalloway”, ne “Le onde”, in “Orlando”, “Al Faro”, “Gli anni”, “Tra un atto e l’altro” così come nei suoi diari, e le persone a lei più care, dal marito Leonard, a Vanessa sua sorella, Vita Sackville-West, Lytton Strachey, Katherine Mansfield eccetera, ne fanno parte. Sono i suoi figli, parti di lei, suoi frammenti, appunto. Lei chiamava la propria scrittura “life-writing”. “Esisti? O ti ho inventato io?” chiese Virginia a Vita dopo aver finito di scrivere Orlando.
Frammenti di me. Virginia Woolf è una partitura di voci, di suoni, di dasein portato in vita da tre attrici e un attore. Un quartetto per attori.
Rassegna stampa
“Spettacolo volutamente frammentario perché pensato per ricreare l’universo-mondo di una donna volubile – forte e fragile allo stesso tempo - che, grazie alla scrittura, è riuscita ad arginare la propria follia. Una figura che racchiudeva dentro sé un intenso immaginario e un’acuta preveggenza. Non a caso, i momenti tragici si alternano a situazioni gotiche, grottesche o atemporali – che trovano il loro apice nella coreografia ballata sulle note di Time Warp, che porta lo spettatore a rivivere in prima persona gli sbalzi d’umore della protagonista. Una rappresentazione che ha il merito di trattare con la giusta profondità e con un tocco originale la figura, tutt’oggi controversa, della grande autrice inglese.
Per una volta Virginia Woolf non resta intrappolata in una letteratura prettamente femminista perché due uomini, Ken Ponzio e Corrado Accordino, hanno il coraggio e la sensibilità di portare in scena la sua lucida follia”.
Persinsala.it
"La migliore qualità di Frammenti di me resta senza dubbio il fatto di portare a teatro una scrittrice di prosa che merita di essere conosciuta e apprezzata. Durante il dibattito in sala qualcuno dice di essere un “profano”, totalmente digiuno da Virginia Woolf; se ne è andato via conquistato, affascinato sia dallo spettacolo sia dalla sua protagonista. Penso che questo sia, da tutti i punti di vista, un grande successo".
Teatroteatro.it